I prestiti alle imprese sono in calo

di Gianfilippo Verbani Commenta

I prestiti alle imprese sono in calo: il report dell'ABI sulle sofferenze delle nostre realtà industriali.


Riportiamo un documento pubblicato sul sito dell’ABI che riguarda i prestiti alle imprese: sembra infatti che le piccole realtà imprenditoriali italiane stiano attraversando un momento di sofferenza. Ecco una fotografia scattata alle imprese tenendo conto delle realtà territoriali, delle dimensioni delle imprese e del settore produttivo. 

Il report dell’ABI parla della sofferenza delle piccole imprese italiane che hanno difficoltà a gestire le novità normative introdotte dal Jobs Act ma anche quelle finanziarie legate ancora alla crisi che tutti dicono sia ormai alle spalle. Ma è davvero così?

A livello settoriale – prosegue il Rapporto- l’incidenza delle nuove sofferenze è attesa al 2,5% nell’industria (-1 punto rispetto a stima per il 2014). La riduzione prevista è di un punto per micro e piccole imprese, di 0,9 punti per le medie aziende e di 0,7 punti per le società maggiori, le più vicine ai valori pre-crisi. Nelle costruzioni il tasso di ingresso in sofferenza, pur in calo di 0,9 punti rispetto al 2014, è previsto nel 2016 a livelli storicamente molto elevati, pari a quasi il triplo di quanto osservato nel 2007. Nei servizi si prevede che l’incidenza delle nuove sofferenze diminuirà al 2,8% (3,4% nel 2014).

Dal punto di vista territoriale, i modelli indicano un miglioramento diffuso a tutte le aree del Paese, ma alla fine dell’esercizio di previsione il gap tra il Centro-Sud e il resto del Paese rimarrà significativo. Nel 2016 il tasso di ingresso in sofferenza è infatti previsto nel Sud e nelle Isole al 4,4%, nel Centro al 3,4%, nel Nord Ovest al 2,4% e nel Nord Est al 2,2%.

Le previsioni per dimensione di impresa indicano che ancora nel 2016 il rischio delle grandi società del Mezzogiorno (3%) rimarrà superiore a quello delle microimprese che hanno sede nel Nord. I dettagli relativi alla dimensione delle imprese che entrano in default rappresentano infatti un aspetto rilevante che da oggi, grazie alla collaborazione tra ABI e Cerved, sarà monitorato con continuità. Nell’ambito della ricerca, le società non finanziarie sono distinte in quattro classi dimensionali, secondo i criteri della Commissione Europea: microimprese (meno di 10 addetti e giro d’affari inferiore ai 2 milioni di euro), piccole imprese (fino a 50 dipendenti e fatturato inferiore ai 10 milioni), medie imprese (fino a 250 addetti e fatturato al di sotto dei 50 milioni) e grandi imprese (oltre 250 addetti e fatturato superiore ai 50 milioni).

Sulla base degli score individuali di rischio che Cerved produce per le imprese italiane, l’analisi ricostruisce i tassi di ingresso in sofferenza a partire dal 1990, per macrosettore di attività, area geografica e dimensioni delle società, colmando il vuoto informativo delle statistiche ufficiali. I tassi di sofferenza ottenuti alimentano un modello di stima di rischiosità dei prestiti alle imprese.