Pochi giorni all’approvazione del decreto mutui

di Gianfilippo Verbani Commenta

La normativa, che fino a questo momento in Italia ha fatto discutere per via dell'esproprio per morosità, dovrebbe essere approvata entro il 21 marzo.


Il  21 marzo, data entro la quale il Governo dovrà approvare in via definitiva il Decreto legislativo sui mutui che recepisce la Direttiva europea 2014/17, si avvicina sempre di più. Si tratterà di una normativa che, nelle intenzioni di Bruxelles, dovrebbe proteggere maggiormente i consumatori.

Eppure, in Italia, il Decreto in questione ha sollevato non pochi polveroni a causa di un articolo che dava la possibilità alle banche di rientrare del debito vendendo direttamente l’immobile dopo sette rate del mutuo non pagate senza ricorrere alle aste giudiziarie.

Dopo l’alzata di scudi da parte delle associazioni dei consumatori, il Governo ha perciò rivisto il testo inserendo una clausola facoltativa per il mutuatario, e che dovrà essere inserita nel contratto, in base alla quale il titolare del mutuo autorizza la banca alla vendita diretta quando non siano state pagate 18 rate e non più in sette.

Stando alla disciplina sinora in vigore, dopo sette rate non pagate, la banca può rivolgersi a un Giudice e avviare le procedure per il pignoramento e, quindi, per la messa all’asta dell’immobile oggetto del mutuo. In tal caso, però, passano normalmente anni prima di vendere e, nel frattempo, il bene si deprezza.

E’ raro infatti che una casa all’asta venga venduta al primo colpo e, ad ogni asta che va deserta, il prezzo della casa scende. Anche del 40/50% dopo tre o quattro tentativi andati a vuoto. I proventi della vendita possono perciò essere facilmente inferiori all’ammontare che si deve alla banca, con il rischio di rimanere senza casa e con una parte di debito ancora da rimborsare.

Con le norme che saranno approvate entro il 21 marzo, la casa verrà invece messa in vendita al prezzo di mercato, anzi, “al miglior prezzo di realizzo possibile”, dopo una perizia che dovrà essere effettuata da un soggetto superpartes. Se il ricavato sarà maggiore del debito residuo, la differenza potrà essere intascata dal mutuatario. Inoltre, in teoria, la garanzia di rientrare più facilmente delle somme prestate e in tempi più rapidi potrebbe spingere le banche a erogare con più facilità finanziamenti ipotecari.