Finanziamenti scuola pubblica: tagli e cura dimagrante

di Gianfilippo Verbani 2


 Come si sta comportando il Governo Berlusconi in materia di finanziamenti e di risorse da destinare alla scuola pubblica? Ebbene, Legambiente nel suo dossier 2009 sull’istruzione boccia su tutta la linea le politiche dell’Esecutivo sulla scuola pubblica, visto che da un lato diminuiscono le classi ed i docenti, rigorosamente “tagliati”, e dall’altro aumentano gli alunni che frequentano la scuola. Dal fronte delle risorse, degli stanziamenti e dell’occupazione, quindi, il regime è quello della cura dimagrante che secondo Legambiente non si muove di certo nella direzione di migliorare la qualità dell’istruzione italiana.

Anzi, il responsabile scuola e formazione dell’Associazione ambientalista, Vanessa Pallucchi, sottolinea come il progetto di riforma della scuola pubblica abbia come logica quella di “fare cassa”, e ciò nonostante le politiche del passato in materia di istruzione, fatte allo stesso modo di tagli tanto netti quanto indiscriminati, non hanno portato ad un incremento della qualità del sistema. D’altronde buona parte delle decine di migliaia di lavoratori precari nel settore della scuola, dai docenti al personale tecnico, ausiliario ed amministrativo, s’è messa il cuore in pace e non spera quasi più di poter entrare come effettivo con un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Questo quando invece, secondo l’esponente di Legambiente, si dovrebbe procedere lungo la via che parte dalla riduzione degli sprechi ed arrivi alla razionalizzazione dei costi senza dimenticarsi che, specie ai tempi della crisi, gli investimenti nella scuola, nell’istruzione e nella formazione sono essenziali per il rilancio del Paese.

Legambiente al riguardo, senza considerare il taglio alle risorse dei precedenti provvedimenti governativi, nel suo Dossier 2009 ha presentato i seguenti numeri: 68 piccoli plessi chiusi a fronte di 322 istituzioni scolastiche aggregate ed oltre 36 mila cattedre che sono state tagliate. A conti fatti, quindi, secondo Vanessa Pallucchi anche stavolta a prevalere è stata la “cultura tecnocratica e ragionieristica che vede la scuola solo come un costo, un ramo secco da tagliare“.


Commenti (2)

  1. E che c’entra Legambiente con i finanziamenti alla scuola pubblica?

    Ennesima dimostrazione che certe associazioni sono in realtà solo delle servili propaggini dei partiti.

I commenti sono disabilitati.