Finanziamenti PMI: tornano le restrizioni sull’accesso al credito

di Gianfilippo Verbani 1


 Sembrava tutto fosse migliorato, ma forse s’è fatto presto a cantar vittoria. Riguardo alle condizioni di accesso al credito da parte delle famiglie e delle imprese, infatti, uno studio effettuato dalla BCE, la Banca Centrale Europea, getta poche luci e molte ombre sullo stato di salute del sistema bancario e finanziario ed in particolare sulla loro propensione a prestare il denaro ed a farlo a condizioni sostenibili alle PMI ed ai nuclei familiari. La BCE, infatti, ha reso noto che nei primi sei mesi di quest’anno le condizioni di accesso al credito nell’area euro sono clamorosamente peggiorate a fronte di un crescente bisogno, da parte di imprese e famiglie, di accedere a mutui, prestiti e finanziamenti. I risultati a livello percentuale, tra l’altro, sono lampanti: nel primo semestre del 2009 solamente il 10% delle aziende ha dichiarato di aver avuto vita più facile nel contrarre un mutuo, un prestito o un finanziamento, mentre il 43% ha rilevato un inasprimento delle condizioni creditizie.


E per quanto riguarda il breve termine, le attese per i prossimi sei mesi sono allo stesso modo tutt’altro che rosee; le difficoltà ad accedere ai prestiti, con lo scoppio della crisi, lo ricordiamo, sono e sono state di vario tipo per le PMI e le micro imprese, con queste ultime che, tra l’altro, in virtù delle loro piccole dimensioni si sono viste spesso chiusa la porta. In particolare, nella fase più acuta della crisi, quando le banche non si fidavano neanche tra di loro, sono fioccate a carico delle imprese, anche quelle sane e con ottime prospettive di crescita, delle richieste di rientro dai fidi che hanno contribuito ad inasprire le difficoltà.

Poi sono iniziati ad aumentare i tassi, ed in particolare gli spread applicati nonostante la tendenza del costo del denaro in Europa e nel mondo, di contro, fosse al ribasso; in più, si sono allungati anche i tempi intercorsi tra la richiesta di prestito e l’effettiva erogazione unitamente a casi di prestiti concessi dalla banca per importi inferiori a quanto realmente richiesto dall’impresa per garantirsi la necessaria elasticità di cassa. A conti fatti, quindi, il fatto che sia proprio la BCE a rilevare un peggioramento delle condizioni di accesso al credito comporta l’emergere di nuovi rischi per l’economia su scala internazionale.


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