Derivati, condanna storica alle banche

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Hanno rovinato le famiglie di tutto il mondo. Come in un domino hanno fatto partire la crisi internazionale: sono i derivati. Ci sono cascati tutti, anche il Comune di Milano. Che ha fatto causa e che l’ha vinta: quattro banche internazionali rinviate a giudizio per truffa ai danni proprio del Comune di Milano. È la prima volta cha accade in Italia.

Deutsche Bank, Depfa, Jp Morgan e Ubs sono accusate per i derivati sottoscritti con Palazzo Marino, a processo andranno 11 funzionari bancari, tra cui Gaetano Bassolino (Ubs), figlio del governatore della Campania. «Un caso che alimenterà il dibattito globale sull’uso dei derivati complessi», secondo il Financial Times. Dopo il crollo della Grecia – che per entrare nell’Euro aveva risollevato il debito proprio servendosi dei derivati – si è diffusa la paura di gravi perdite anche per altri Stati e autorità locali. Secondo il pm Alfredo Robledo il Comune di Milano nel 2005 avrebbe pagato alle banche oltre 100 milioni di euro di commissioni “occulte”.

Inoltre, nelle modalità contrattuali della rinegoziazione del debito, le banche avrebbero ingannato il comune: per i giudici erano squilibrate le posizioni bancarie in partenza. Risultato: 100 milioni di profitti per gli istituti di credito. Ma per il comune sono 100 milioni di perdite. Solo in Italia il fenomeno coinvolge 664 enti per operazioni da quasi 36 miliardi di euro messe in piedi dal 2001 al 2008. La promessa è stata allettante per molti amministratori: soldi subito, eventuali complicazioni dopo.

Se la scommessa fosse andata male sarebbe stato un problema da riservare ai successori. Tutto regolare sulla carta. Nel 2001 l’uso dei derivati negli enti locali era stato liberalizzato sotto il ministero di Giulio Tremonti. Il processo nella quarta sezione penale del tribunale di Milano partirà il 6 maggio. Se le banche saranno ritenute colpevoli, potrebbe iniziare un effetto domino: anche tutti gli altri comuni finiti nei guai per i derivati potrebbero accusare gli istituti di credito.