Il crowdfunding nel mercato immobiliare italiano

di Gianfilippo Verbani Commenta

L'Italia è stata una dei primi paesi a dotarsi di un regolamento in merito, già a partire dal 2012. Questo regolamento è stato poi aggiornato diverse volte fino ad oggi.


 In un post pubblicato prima di questo abbiamo visto come ormai nel mondo immobiliare la tecnica del crowdfunding, ovvero della raccolta di fondi, sia stata utilizzata da numerose società che si occupano di real estate in diversi paesi del mondo. Anche l’Italia non è al di fuori di questo contagioso fenomeno, che sembra invogliare sempre più realtà ad utilizzare gli stessi strumenti. 

Le società immobiliari si finanziano con il crowdfunding

C’è da dire anzi in merito che l’Italia è stata una dei primi paesi a dotarsi di un regolamento in merito, già a partire dal 2012. Questo regolamento è stato poi aggiornato diverse volte e tenuto a battesimo nella sua versione definita anche dalla Consob, la commissione per le società e la borsa. Oggi la normativa prevede che la tecnica del crowdfunding possa essere applicata solo dalle start – up innovative e non dalle società già esistenti.

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In Italia, tuttavia, l’applicazione del metodo del crowdfunding al mercato immobiliare del paese ancora non  ha preso molto piede, ma ci si aspetta che presto vengano seguiti tali risultati soprattutto in alcuni comparti delle costruzioni, come quelli che si occupano di bioedilizia e di costruzioni a breve impatto ambientale.

Ci sono però già piccole realtà avviate in questo senso. Una delle realtà più promettenti è quella costituita dal sito internet Wallrise.it, un marketplace che connette sviluppatori immobiliari in cerca di fondi con investitori che sono alla ricerca di nuove opportunità di business.

Si pensa che questo nuovo metodo di finanziamento possa svilupparsi in parallelo ai finanziamenti offerti dalle banche.