Crescono i prestiti auto, exploit nel primo trimestre dell’anno

di Gianfilippo Verbani Commenta

Le erogazioni effettive, al netto delle richieste rifiutate, ammontano a 2,5 miliardi di euro: si tratta di una crescita del 40% rispetto all'anno precedente e di un ritmo di crescita decisamente superiore a quello delle immatricolazioni, il quale si aggira al +10%.


Durante i primi tre mesi di quest’anno è stato fatto registrare un vero e proprio exploit dei prestiti auto. Nel primo trimestre 2016, infatti, le richieste di finanziamenti finalizzati ricevute dalle imprese captive (ovvero le società di credito sussidiarie delle stesse case automobilistiche) sono aumentate del 36%. L’aumento è da comparare con stesso periodo del 2015, per un controvalore pari a 3,5 miliardi di euro.

I dati sono confermati dal trend positivo che il mercato creditizio, inerente al numero delle domande di prestiti, sta facendo segnare da ormai quasi ventiquattro mesi in Italia in virtù della spinta dei finanziamenti finalizzati nel settore automotive.

Le erogazioni effettive, al netto delle richieste rifiutate, ammontano a 2,5 miliardi di euro: si tratta di una crescita del 40% rispetto all’anno precedente e di un ritmo di crescita decisamente superiore a quello delle immatricolazioni, il quale si aggira al +10%.

Ovviamente, e non poteva essere altrimenti, è aumentata anche la quota di finanziamenti non concessi, ma si tratta di una percentuale quasi trascurabile: 5,7% contro il 5,4% del 2015, quindi appena lo 0,3% in più e in ogni caso ancora ben lontano dal 6,9% di inizio 2014. Curiosamente i prestiti auto richiesti dalle donne hanno ricevuto meno rifiuti (5,1% contro il 5,6% degli acquirenti uomini), così come quelli degli over 55 (4%) rispetto ai giovani, visto che il 9,2% degli under 25 si è visto respingere la richiesta di un prestito per acquistare un’automobile.

Dal punto di vista geografico, invece, la parte d’Italia da cui sono arrivate più richieste per un prestito auto è il Mezzogiorno, con una crescita di domande superiore alla media (+50%) ma anche con tassi di default da parte dei debitori più che doppi rispetto alla media nazionale: 1,5% contro lo 0,7% del Centro e lo 0,5% del Nord.