Conto corrente: 5 regole per risparmiare

di Gianfilippo Verbani Commenta

Come orientarsi nella selva di offerte bancarie.


Come ci si orienta nella selva di offerte bancarie relative ai conti correnti? Seguendo alcune regole fondamentali per risparmiare.

Cinque sono quantomeno fondamentali:

1) Verificare i costi reali dell’offerta: l’ISC

Oggi consumatore può mettere a confronto le spese di gestione del conto corrente analizzando l’Indicatore Sintetico di Costo (ISC) che gli viene comunicato nell’informativa periodica di fine anno e che fornisce una misura complessiva del costo totale di gestione del conto e comprende tutte le spese e le commissioni che sarebbero addebitate a un cliente-tipo nel corso dell’anno, al netto degli interessi e delle commissioni su eventuali scoperti di conto corrente e degli oneri fiscali.

2) Durata dell’offerta

Le banche sovente propongono offerte allettanti per catturare nuovi clienti. Occorre tuttavia verificare le condizioni, che possono cambiare repentinamente o avere una durata limitata. Verificate, dunque, se la banca si impegna a tenere solide le condizioni per un determinato lasso di tempo (solitamente è un anno) e controllate cosa succederà allo scadere del termine.

3) Ridurre i costi e non badare al tasso di interesse

Il cliente è generalmente spinto a sottovalutare i costi di gestione e a prestare maggiore attenzione al tasso di interesse. Errato! Un conto corrente, avente rendimenti attuali, non deve essere considerato una forma di investimento. Il capitale deve restare in banca per assicurare liquidità, per far fronte alle spese mensili ed in attesa di decidere che fare dei vostri soldi. Sia chiaro, però, che non vi arricchirete mai lasciando i vostri risparmi sul conto. Proprio per questo il tasso di interesse non deve essere considerato il parametro principale per valutare la convenienza di un’offerta rispetto all’altra, anche perché i tassi fluttuano continuamente, spesso verso il basso. Dunque bisogna cercare di diminuire al minimo i costi che, in un batter d’occhio, bruciano i pochi interessi maturati.

4) Conto a consumo o a pacchetto

All’interno dei conti a consumo le spese sono relative al numero di operazioni effettuate: più operazioni si fanno, più si spende. Invece i conti a pacchetto hanno un canone. I conti a pacchetto si distinguono in conti “con franchigia”, in cui il canone include un numero limitato di operazioni gratuite, e conti “senza franchigia”, in cui è possibile effettuare un numero illimitato di operazioni gratuite. Per chi utilizza molto il conto, più sono le operazioni a forfait e meglio è. Si fa in fretta, dunque, a superare il tetto massimo di operazioni a forfait. Nei conti a pacchetto, verificate nel canone annuale quali e quante operazioni sono incluse e, soprattutto, che succede se superate il tetto previsto. Le operazioni non incluse nel canone, infatti, costano parecchio. 

5) Meno sportello c’è e meglio è

Alcune banche hanno inserito una commissione per ogni prelievo allo sportello. In tal caso prelevate al bancomat. Online si risparmia sempre, dunque meglio fare le operazioni online piuttosto che allo sportello fa risparmiare. Ad esempio non chiedete l’estratto conto e la lista movimenti allo sportello. Anche i bonifici fateli via internet. Attenti al phishing.