Compass e la cessione del Quinto

di Gianfilippo Verbani 1


 Tra le (numerose) formule studiate da banche e gruppi finanziari con la finalità di consentire ai risparmiatori di far fronte alle spese più ingenti, accanto ai – molto apprezzati, a giudicare dal loro numero – prestiti personali ed ai mutui, esiste anche la possibilità della cessione del quinto dello stipendio. Fondamentalmente, si tratta di rimborsare il prestito ottenuto attraverso una “sforbiciata” mensile automatica di una quota pari al 20% della retribuzione riconosciutavi dal datore di lavoro. In busta paga hai avuto 1000 €uro? 200 vanno a chi ti ha prestato del denaro, fino a quando il rimborso non sarà stato completato.

E’ questo quanto propone, chiaramente affiancandolo ad altre formule, anche Compass, il braccio finanziario del Gruppo Bancario Mediobanca. Compass offre infatti prestiti, rimborsabili mediante la cessione del quinto, a quattro “macrocategorie” di risparmiatori: Dipendenti pubblici e statali; Pensionati pubblici, Pensionati INPS e Dipendenti di aziende private. Insomma, tutti coloro che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato, oppure una pensione. In base alla categoria di appartenenza, poi, Compass garantisce condizioni peculiari, strettamente connesse alla qualità della retribuzione dalla quale si andrà a stornare l’ormai famoso “Quinto”.

E allora ecco che ai dipendenti pubblici, o agli ex, viene applicata – grazie ad una convenzione stipulata tra Compass ed INPDAP – la rateizzazione fino a 10 anni con un TAEG del 7,25%, che diventa 8% tondo se il finanziamento supera i 60 mesi (5 anni) di durata. In aggiunta, zero spese di istruttoria, zero di intermediazione e ancora zero per accensione ed estinzione prestito. Per i pensionati INPS, invece, il prestito conserva la possibilità di rateizzazione fino a 10 anni con un TAEG del 6,80% se vi vengono finanziati fino a 5mila €uro, e del 7,70% in caso di importi superiori. Compass offre poi un’assicurazione sul rischio di premorienza del contraente, così da non lasciare i familiari in difficoltà in questo malaugurato (e, fortunatamente, raro) caso.


Commenti (1)

I commenti sono disabilitati.