Commissione UE tra debito, Patto di Stabilità, tassa sulle transazioni e aiuti alla Grecia

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Finite le vacanze, la Commissione Europea è tornata al lavoro con le migliori intenzioni, un po’ come capita a tutti a settembre (ma con l’augurio che, diversamente da tutti, i suoi buoni propositi non rimangano soltanto tali…). La “due giorni” di lavoro di Bruxelles è stata un importante banco di prova per l’orchestra continentale, chiamata a dirimere le questioni che hanno reso tanto vulnerabile l’economia europea negli ultimi due anni almeno. Gli incontri si sono aperti con la riunione della Task force guidata dal presidente Ue, Herman Van Rompuy, per definire la bozza di riforma del Patto di stabilità:

al centro dei colloqui, la richiesta italiana di introdurre tra i parametri non solo il debito pubblico, ma anche la sua composizione con quello privato delle famiglie (sappiamo infatti che l’Italia ha debito pubblico spaventoso e privato decisamente limitato, mentre altri Paesi si trovano nella situazione opposta ma non per questo possono dirsi “non indebitati”). A rappresentare la posizione del nostro Paese è stato nientemeno che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, tra i principali sostenitori di questa proposta. Altro nodo sul tavolo del confronto, le sanzioni per chi non rispetta gli impegni: bilanci un po’ troppo creativi sono stati infatti all’origine di interventi drastici e molto onerosi per il mondo intero, in un’economia globalizzata dove se una tessera va in crisi è l’intero sistema a risentirne.

Sono tornate in auge anche due discussioni già affrontate in estate, su cui il dibattito è stato e continuerà ad essere acceso: quella sul prelievo alle banche e quella sulla tassazione delle transazioni finanziarie. Ma c’è anche una importante risoluzione: la Commissione europea ha dato il via libera allo schema di ricapitalizzazione del sistema bancario greco attraverso il Fondo ellenico di stabilità finanziaria (Fsf) da 10 miliardi di euro, che fanno parte degli aiuti ad Atene targati eurozona e Fondo monetario internazionale. Bruxelles lo ha giudicato “compatibile” con le norme Ue in materia, “per porre rimedio a seri disturbi nell’economia di uno stato membro”, si legge nel documento. Il Fondo sarà operativo sino al 30 giugno 2017.