Come funzionano i conti deposito dormienti

di Gianfilippo Verbani Commenta


 A partire dal 2007 esiste in Italia una specifica normativa relativa ai conti deposito dormienti. Nel sistema bancario italiano si definisce infatti conto deposito dormiente un conto deposito nel quale non sia stata effettuata alcuna operazione, né dal titolare del conto, né da terze persone, negli ultimi dieci anni. 

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La normativa relativa ai conti deposito dormienti è stata autorizzata dal Decreto del Presidente della Repubblica del 22 giugno 2007, n. 116/07 e si riferisce non solo ai conti deposito, ma anche ai conti correnti e a qualsiasi altro tipo di prodotto bancario, regolato un rapporto contrattuale, che preveda il deposito di somme di denaro.

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Sulla base del decreto, la legge prevede che i conti deposito dormienti con un saldo superiore ai 100 euro vengano estinti d’ufficio, e il loro contenuto in denaro trasferito al Ministero dell’Economia e delle Finanze presso il quale è stato istituito un apposito fondo per raccogliere le somme che provengono dai rapporti dormienti. Il Fondo in questione è il Fondo dei risparmiatori vittime di frodi finanziarie.

Sempre sulla base di quanto previsto dal decreto, dunque, le banche e gli altri intermediari finanziari sono tenuti a notificare ogni anno, entro il 31 marzo, la presenza di eventuali conti deposito dormienti fra quelli dati loro in affidamento e a trasferire entro due mesi, ovvero entro il 31 maggio dello stesso anno, il loro contenuto al Fondo dei risparmiatori vittime di frodi finanziarie.

Esiste però una particolare procedura di tutela che il consumatore può applicare qualora gli venisse notificata l’esistenza di un conto deposito dormiente a suo nome.