Cessione del quinto: operai e dipendenti, alla larga dalle clausole capestro!

di Gianfilippo Verbani Commenta


 A volte i lavoratori dipendenti e gli operai, in scia alla necessità del bisogno di soldi in maniera veloce per coprire spese per imprevisti, ma spesso anche per poter andare avanti nella vita di tutti i giorni, firmano contratti relativi a prestiti e finanziamenti che hanno le caratteristiche di un vero e proprio cappio al collo. La conseguenza di tutto ciò è quella che a lungo andare il prestito, anziché risolvere i problemi, li accentua generando ripercussioni ancor più gravi sul bilancio familiare; per questo, prima di firmare un contratto, è bene pensarci due volte, arrivando anche al punto di far leggere il contratto stesso ad un esperto, ad esempio un “amico” avvocato. Uno dei prestiti potenzialmente “pericolosi” per i contraenti è quello relativo alla cessione del quinto, spesso proposto ad operai e dipendenti,  magari non aventi cittadinanza italiana e, quindi, con una comprensione non ottimale della lingua italiana, a condizioni e clausole scandalose “giocando” sul tasso nominale anziché mettere in evidenza quello effettivo che include costi, oneri, e soprattutto, il premio assicurativo che può portare nell’arco di dieci anni il contraente a dover restituire anche il doppio di quanto ricevuto.

Ma come può difendersi da tutto ciò il lavoratore dipendente che richiede la cessione del quinto? Ebbene, il Centro Tutela Consumatori Utenti ricorda in merito come sia importante “prevenire che curare” in virtù del fatto che una volta firmato il contratto è troppo tardi. Mai quindi fidarsi della stipula di un contratto di cessione del quinto senza aver prima acquisito un preventivo chiaro e trasparente che comprenda tutti gli oneri ed i costi, anche quelli “occulti” così come impone la legge sulla trasparenza bancaria.

Impegnarsi con un prestito che magari dura dieci anni, ma che ha dei tassi di interesse effettivi al limite dell’usura contribuisce a rendere difficile se non impossibile la vita al contraente ed ai suoi familiari; il preventivo, quindi, prima di essere firmato deve essere esaminato e valutato attentamente, come accennato, anche da parte di un esperto di diritto commerciale, o recandosi presso una sede fisica di un’Associazione di Consumatori. E se nel contratto c’è puzza di bruciato a causa della presenza di clausole e condizioni capestro, meglio stare alla larga!