Carte prepagate: cresce l’utilizzo da parte della clientela immigrata

di Gianfilippo Verbani 2


 Nel nostro Paese la clientela immigrata risulta essere sempre più “bancarizzata”. A rilevarlo è in particolare l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, la quale ha constatato come gli immigrati prediligano sempre di più i servizi bancari, ed in particolar modo l’home banking con una crescita a fine 2008 del 28% rispetto all’anno precedente. La clientela bancaria immigrata lo scorso anno è cresciuta del 9% rispetto al 2007, e rappresenta adesso il 4,4% dell’intera clientela curata dagli istituti di credito operanti nel nostro Paese. Gli immigrati, oltre a scoprire la comodità ed il vantaggio dei servizi bancari on line, fanno sempre di più uso delle carte di credito prepagate, assicurazioni sulla salute e rami danni, ma anche i prestiti personali; aumenta, anche se con un tasso pari ad appena il 3%, la propensione della clientela bancaria immigrata a domiciliare in banca l’accredito della pensione o dello stipendio.

E così, alla fine del 2008 ben sette immigrati regolari su dieci nel nostro Paese erano clienti bancari, molti dei quali clienti on line, a conferma di come sia in atto un processo di inclusione finanziaria nell’accesso a servizi finanziari e strumenti come i conti correnti a pacchetto, i servizi di pagamento, i mutui ipotecari ed i prestiti personali. Le banche operanti in Italia, in scia alla tendenza crescente del fenomeno dell’immigrazione, stanno quindi adeguando la propria offerta ad una fascia di popolazione che, in accordo con l’ultimo rapporto a cura dell’Istituto Nazionale di Statistica, sfiora oramai con una quota del 6% i 3,5 milioni di individui.

Non a caso, nel biennio 2007-2008, secondo quanto recita un’analisi presentata al Forum CSR 2009 da ABI-Cespi, il livello di cittadini stranieri, residenti in Italia, e “bancarizzati” è aumentato del 12% arrivando a toccare una percentuale del 68%. Le banche italiane, inoltre, continuano ad accrescere la propria base di clientela giovane, con un’età che non supera i 25 anni; i giovani clienti dei servizi bancari, siano essi italiani o stranieri residenti in Italia, prediligono molto spesso la “microfinanza” grazie a strumenti ad hoc che sono utilizzati di frequente sia dagli studenti, sia dai lavoratori precari.


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