Berlusconi: “Banche? Pronti a nazionalizzarle”

di Gianfilippo Verbani Commenta


 La crisi economica, vera e propria palla di piombo legata ai piedi delle principali economie mondiali, ha caratteri nuovi rispetto a tutte quelle che l’hanno preceduta. Pesa, più di altre, l’incognita della globalizzazione del mercato, che – gioco forza – non può più essere gestito sulla scortadi quanto fatto in passato. E’ per questo che, se guardiamo alla Politica, ci accorgiamo di come ancora manchi una linea d’intervento forte e credibile che accomuni numerose economie. Così ci troviamo dinanzi a dichiarazioni contrastanti, alla cui logica certo non difetta il nostro Premier, Silvio Berlusconi.

Intervenuto a margine di un colloquio ufficiale con il suo omologo britannico Gordon Brown, il capo del partito di maggioranza si è infatti detto pronto “A nazionalizzare le banche se necessario”. Una vera doccia gelata per chi aveva creduto alle sue parole quando, per tranquillizzare gli italiani, aveva detto che da questa crisi si sarebbe usciti “Con l’ottimismo”. C’è da dire, a onor del vero, che per ora non c’è ancora nulla di definitivo: “Per ora è solo un’ipotesi avanzata da qualcuno – ha precisato il Cavaliere – , qualcosa su cui ci stiamo esercitando”. Anche perché “Ancora nessuno ci ha chiesto un aiuto a ricapitalizzare”.

Ma se questo dovesse accadere, il Governo sarebbe pronto a fare la propria parte? Certo, ha tranquillizzato Berlusconi, perché l’Esecutivo ha comunque ben presente che l’eventualità di una “mano tesa” sia tutt’altro che remota: “Si pensa che possano arrivare richieste d’aiuto, ma siamo pronti”. Anche perché è chiaro che “Le banche devono continuare a fare le banche”, sempre per citare il Premier, e “Continuare a dare quei fondi e quegli investimenti che sono necessari alle imprese per produrre”. Insomma, anche le imprese possono stare tranquille? Non ancora, perché “Dobbiamo parlarne con l’ABI”, ma secondo Berlusconi un compromesso si troverà. Per il bene di tutte le parti in gioco.