Banche e Basilea III, gli Istituti di credito italiani sono pronti

di Gianfilippo Verbani 3


 In Italia il sistema bancario è pronto sia a rispettare, sia a adeguarsi alla nuova regolamentazione di Basilea III. A dichiararlo nei giorni scorsi è stato Giovanni Sabatini, Direttore generale dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana, in concomitanza con “Basilea3–dopo Seul”, un incontro promosso dall’Associazione nel corso del quale è stato fatto il punto sia sull’evoluzione del quadro normativo, sia sui nuovi requisiti patrimoniali che gli standard di Basilea richiedono agli Istituti di credito; nel corso dell’incontro, inoltre, sono state analizzate, sempre in merito ai nuovi criteri, le ricadute sull’economia, i relativi criteri di applicazione su scala mondiale, nonché le conseguenti modifiche allo scenario regolamentare. Nello stesso tempo il Direttore dell’ABI ha comunque colto l’occasione per sottolineare come, a fronte della condivisione dell’obiettivo della stabilità con Basilea III, si debba andare a limitare l’impatto sulla crescita delle nuove misure in modo tale che si possa rimanere, nel sostegno all’economia nazionale, vicini alle imprese ed alle famiglie.

Sulle caratteristiche del sistema bancario Giovanni Sabatini ha inoltre posto l’accento sul fatto che quello italiano si distingue sul panorama europeo per una qualità del capitale che è frutto anche di una tradizione che vede sia un basso utilizzo della leva finanziaria, sia l’adozione più incisiva, rispetto allo scenario generale in Europa, di criteri e regole prudenziali anche per effetto di un fruttuoso e continuo confronto con l’Autorità di vigilanza.

Non a caso, nel corso dell’incontro è stato messo in risalto, tra l’altro, come la leva finanziaria sia in media pari a 28 nei Paesi dell’UE, mentre tale indicatore, inteso come rapporto tra il totale dell’attivo ed il patrimonio, in Italia è pari solo a 14 mentre in Paesi come la Germania, ad esempio, si registrano anche punte superiori al livello di 40. Di conseguenza, l’ABI ha ribadito e reiterato la propria disponibilità a far sì che il quadro delle regole possa essere adeguato ma anche uniforme in modo tale da assicurare la stabilità ma anche correttezza ed integrità delle norme.


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