Banche: Abi, aumenta il credito a famiglie e imprese

di Gianfilippo Verbani 3


 A fronte di un’economia che fa registrare un lento recupero, in Italia le banche sono sia solide, sia a supporto delle imprese e delle famiglie in virtù delle attese di una crescita progressiva degli impieghi. Questo è quanto, in estrema sintesi, emerge dal Rapporto di Previsione AFO, a valere sui tre anni che vanno dal 2010 al 2012, che è stato diffuso dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI). Nel dettaglio, gli Istituti di credito stanno continuando a sostenere le famiglie e le imprese con un flusso adeguato di credito nonostante sui loro conti economici pesino gli effetti della congiuntura sfavorevole. Al riguardo l’ABI prevede una stabilizzazione delle sofferenze per il sistema bancario, nell’anno 2012 dopo che per l’anno 2010 c’è stata una crescita superiore al 20%, mentre per l’anno in corso l’incremento è stimato al 10%. Gli ultimi dati consolidati disponibili sull’accesso al credito, quelli di ottobre 2010, parlano di una crescita al 3,4% del credito erogato alle imprese ed alle famiglie; trattasi, in accordo con quanto mette in risalto proprio l’ABI, di un dato in forte accelerazione.

Contestualmente le banche, in linea con quanto emerso negli ultimi mesi, hanno avviato dei percorsi di rafforzamento patrimoniale che secondo l’ABI continueranno per tutto il triennio 2010-2012 ad un ritmo annuo medio di +11%. L’Associazione Bancaria Italiana, per il biennio 2011-2012, stima inoltre un aumento delle obbligazioni, con un tasso di crescita medio del 6,5%, a fronte di attese di un utile netto in lieve ripresa e comunque non particolarmente significativo rispetto ai livelli che gli istituti di credito in Italia hanno raggiunto nel biennio 2009-2010.

Sulla solidità delle banche italiane l’ABI si era tra l’altro espressa nei giorni scorsi sottolineando in particolare come, in base all’edizione speciale dei “Temi di Economia e Finanza”, le banche commerciali, qual sono in prevalenza proprio quelle italiane, siano in termini di probabilità meno esposti alle crisi finanziarie.


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